Un esonero non cancella quello che un’esperienza importante ti ha donato. È questo un po’ il sunto della lettera che Luca Gotti ha voluto scrivere dopo essere stato sollevato dall’incarico di primo allenatore dell’Udinese. Un ruolo che si è ritrovato a ricoprire per caso, quando nel 2019 doveva sostituire Tudor soltanto in via temporanea in attesa della scelta del nuovo tecnico. Gotti stesso aveva dichiarato che avrebbe voluto tornare alle mansioni a lui più consone, a detta sua, di vice. Poi i risultati gli hanno dato ragione, inducendo la società a confermarlo. Fiducia ripagata, visto che ha conquistato due salvezze tranquille, fino alla separazione avvenuta alcuni giorni fa a causa di un avvio di stagione un po’ altalenante. Di seguito le parole dell’allenatore veneto dedicate alla sua ex squadra, che stasera è impegnata in casa contro il Milan:
“Come è noto, non sono una persona che ama il clamore o le cose eclatanti, però in questi pochi giorni ho ricevuto un numero talmente impressionante di attestati di stima e di affetto che mi hanno suggerito di scrivere queste righe. L’Udinese non è la squadra di calcio della città di Udine, l’Udinese è una passione in tutto il Friuli e per i friulani nel mondo. Qualche anno fa mi colpì l’elogio del friulano di Mauro Corona, da leggere, che tra le altre cose dice: “..Il friulano è come la torre di Pisa, si piega ma non crolla. È difficile abbattere i friulani. Ci hanno provato guerre, miserie, terremoti, alluvioni, frane, e inverni da castigo. Niente da fare, friulano non lo stendi. Fisicamente è vulnerabile come tutti, moralmente no. Moralmente il friulano è fatto di ghisa, e guarda al futuro con cautela…
Proprio per questo la maglia dell’Udinese si carica di significati e valori simbolici che appartengono a questa gente e a questo territorio e va portata e custodita con questo rispetto. A maggior ragione in un tempo in cui tutti noi tendiamo all’individualismo e a rinchiuderci nei nostri piccoli universi solitari, il valore di una maglia che unisce è ancora più grande. Le partite di calcio si vincono e si perdono, e tutti sappiamo che vincere è bello e importante, ma è importante anche come ci si comporta vicino a quella maglia, con dedizione al lavoro, serietà, compostezza, unità, rispetto, ma anche orgoglio e caparbietà. Io ci ho provato, qualche volta mi è riuscito e qualche volta meno, però ci ho provato.
Grazie a tutte le persone, tutte, che hanno portato il loro piccolo o grande contributo per rendere le cose migliori, o anche solo hanno provato a farlo, a partire dalle più semplici e umili, spesso lontane dai riflettori, ma preziosissime. Un saluto a quelli che in questi anni mi sono diventati amici, molti in questa regione splendida, persone speciali che mi hanno regalato un pezzetto del loro cuore, che porterò ovunque dentro di me. Mane diu, mandi“.