È notizia di ieri la nomina di Michele Lamaro a capitano della nazionale italiana di rugby. Una responsabilità importante per il giovane flanker della Benetton Treviso, ma anche un onore che non capita a tutti. Dopo l’ufficialità di questa decisione, Marco Bortolami, storico capitano azzurro e suo attuale allenatore nel club veneto, gli ha scritto una lettere per augurargli il meglio e per spiegargli cosa voglia dire indossare quella fascia. Di seguito alcuni estratti del messaggio:
“Caro Michele, fin da quel primo giorno di qualche anno fa, quando ti ho visto calcare i campi della Ghirada per i tuoi primi allenamenti con noi, ho percepito che ci fosse qualcosa di particolare in te. Avevi un istinto naturale per il gioco, la tua anticipazione rendeva i tuoi interventi sempre precisi ed ortodossi. Ma non fu solo quello che mi colpì… la tua straordinaria competitività attirò subito la mia attenzione. In questi quattro anni hai già gustato il dolce sapore di vittorie memorabili ma anche l’amara medicina non solo della delusione per una partita persa ma anche dell’infortunio. Lo sport […] è proprio questo: un corso accelerato di vita! Il tuo carattere ti ha fatto emergere dopo ogni sfida sempre più battagliero e determinato fino a ritagliarti il ruolo di co-capitano. Molti mi chiesero il senso di questa scelta ed ora è arrivato il momento di condividerla pienamente con te”.
Poi continua: “Ci sono tre motivi fondamentali. Il primo è quello di farti apprezzare la necessità, da parte di un capitano, di collaborare con gli altri. Nella nostra cultura il leader deve essere sempre al comando, impavido e senza debolezze… la verità è che tutto questo è importante, ma guidare, mostrare coraggio ed essere forte di fronte alle avversità fa veramente la differenza se viene fatto con generosità verso i tuoi compagni e non per egoismo o narcisismo […]. Il secondo è che l’impeto della tua giovane età ha bisogno di essere ammorbidito con la giusta dose di calma e lucidità, soprattutto quando ti troverai di fronte a scelte importanti dentro e fuori il campo. Segui il tuo istinto perché accontentare tutti non sarà possibile. […] Il terzo è che in cuor mio sapevo che presto o tardi saresti stato scelto per guidare la nostra Nazionale e volevo in qualche modo prepararti a questo compito ma anche alleggerire il carico emotivo di un ruolo così importante. Dovrai essere bravo a “dare” ai tuoi compagni ma anche bravo a bilanciare questo aspetto affinché rimangano preziose energie fondamentali per la tua performance. Se dovrai sbagliarti, segui sempre la via della generosità perché così attirerai forse qualche critica sul tuo gioco ma avrai attorno a te tanti amici per la vita!”.
Infine chiosa così l’ex seconda linea delle Zebre: “Affrontare gli All Blacks è la sfida che ogni rugbista sogna, affrontarli alla prima partita da capitano è il sogno di una carriera. […]. Impara da chi ti ha preceduto in questo ruolo così importante ma sii sempre fedele a te stesso perché ognuno deve essere capitano a modo suo! Ti auguro di vivere le stesse emozioni… ma ti auguro ancora di più di dare forma al tuo sogno… perché solo sognando possiamo arrivare a dare il meglio di noi stessi! In bocca al lupo Michele!“.