Sulle colonne de La Gazzetta dello Sport ha parlato Marco Belinelli, icona del basket italiano per anni protagonista in NBA, ma ora colonna e capitano della Virtus Bologna, con cui ha già vinto un titolo e una Supercoppa. “Essere capitano è un onore – ha dichiarato Belinelli – un ruolo che cercherò di interpretare al meglio. Sono disponibile ad essere un esempio per i giovani, voglio aiutare i miei compagni cercando di essere un leader silenzioso e dimostrare la mia passione e la mia voglia di vincere. Siamo cresciuti tantissimo da quando è arrivato il coach (Scariolo, ndr), anche a livello societario: vogliamo fare le cose fatte bene”.
Una squadra ricca di talento quella del capoluogo emiliano, impreziosita da un grande innesto: “Con Nico Mannion ho parlato per la prima volta quando è arrivato a Bologna: mi sembra un ragazzo consapevole del fatto che avrà molte responsabilità con la Virtus, che dovrà prepararsi bene per giocare sempre al massimo. Sarà importante in questa stagione”. Poi il Beli spende parole al miele anche per Pajola, eletto MVP nella finale di Supercoppa: “Pajola io lo amo. È un giocatore che parla poco, ma fa tanto in campo. Difende come non ho mai visto nessuno fare, per me sarà lui quello che ci darà tanto fuoco per avere una stagione importante”.
Il classe 1986 è sempre stato abituato a vincere. Ha raggiunto l’apice della carriera nel 2014 quando con i San Antonio Spurs ha conquistato il titolo NBA. E le ambizioni sono alte anche lì dove tutto è iniziato nel lontano 1997: “La cosa più bella sarebbe vincere tutto, sia personalmente che per la società. Al primo posto però metto la qualificazione per l’Eurolega, affrontare squadre di livello altissimo. Ne abbiamo avuto un assaggio durante la preparazione, nel torneo di Monaco: ci è servito molto. Lo scudetto resta chiaramente un traguardo importante. L’Olimpia è, assieme a noi e a Venezia, una squadra molto forte e competitiva. E la Serie A che ho ritrovato al ritorno dalla Nba è un campionato di livello importante”.