Pausa per le nazionali e Milan che guarda tutte dall’alto in basso. Il pareggio contro l’Inter ha permesso ai rossoneri di mantenere la vetta in coabitazione con il Napoli. Adesso si gioca anche un’altra grande partita quello sul piano dei rinnovi. La dirigenza sta tessendo la tela per portare avanti delle trattative che si preannunciano non facili. A Casa Milan, sulla scrivania, si parla di Kessiè, Romagnoli e Leao. La situazione più spinosa è quella del centrocampista ivoriano che sta avendo difficoltà anche ambientali.
Non è un segreto, infatti, che anche la tifoseria sia in piena critica verso di lui. La prestazione nel derby, poi, non ha aiutato a migliorare e stemperare il clima pesante. Allo stesso tempo sono insistenti, da un anno, le voci che danno il centrocampista in direzione PSG nonostante le smentite di rito. Di base la grande problematica sta nella richiesta di ingaggio con uno stipendio da 8-9 milioni di euro. Il Milan non vuole cedere ad alcun ricatto ed è ancora fermo alla cifra di 6 milioni: molto dipenderà dalle prossime settimane. Di certo la forbice ed il gap è ancora troppo ampio tra domanda ed offerta. Il classe 1996 vuole un contratto da top player, ma il Milan ha già fatto tanto per lui partendo dai 2,2 milioni e superando i 4.
Con scadenza 2024 c’è la situazione di Leao. L’esplosione del portoghese classe 1999 ha fatto drizzare le antenne alla società che non vuole farsi trovare impreparata. In questo senso vengono monitorate anche le situazioni legate a Theo Hernandez e Ismael Bennacer. I giovani di casa Milan vogliono essere preservati e blindati. Infine c’è la grana Romagnoli da definire. Nelle ultime ore sono rimbalzate sulla stampa italiana le notizie di una rottura tra la società rossonera ed il procuratore Mino Raiola. Sull’account twitter ufficiale è apparsa una nota che smentisce la notizia. Di certo, però, a Maldini non piace il modo di agire del potente procuratore. Si vuole evitare, insomma, un altro caso Donnarumma e Romagnoli potrebbe anche decidere di andare via alla fine. Tutto è ancora in ballo.
