Si chiamerà “Adrenalina” e sarà disponibile a partire da domani. Vigilia calda per Zlatan Ibrahimovc e questa volta non si tratta di una gara di Champions League. L’eterno fenomeno svedese è pronto a presentare il suo nuovo libro che uscirà appunto nella giornata di domani. In una lunga intervista rilasciata alla stampa italiana, Zlatan ha anticipato tanti temi e curiosità presenti nella nuova opera. Tra queste spicca il suo mancato arrivo a Napoli:” Maradona è un mito. Vedendo un documentario su di lui avevo deciso di andare al Napoli, per fare come Diego: vincere lo scudetto. Ero stanco dell’America. Pensavo di smettere. Raiola mi disse: sei matto, tu devi tornare in Italia. Con il Napoli era fatta; ma poi De Laurentiis cacciò Ancelotti. Allora chiesi a Mino: qual è la squadra messa peggio, che io posso cambiare? Rispose: ieri il Milan ha perso 5 a 0 a Bergamo. Allora è deciso, dissi: andiamo al Milan. È un club che conosco, una città che mi piace”.
Vista l’età uno sguardo al futuro appare un argomento molto concreto ed attuale:” Il futuro un po’ mi preoccupa. Con i 40 anni è arrivata un po’ d’ansia. Farò l’allenatore? Non lo so, è così stressante… Farò qualcosa capace di darmi adrenalina. Ma finché reggo, faccio il centravanti. Voglio giocarmi lo scudetto fino all’ultima giornata. E andare al Mondiale in Qatar”. Tra le sue tante sfide poi non manca quella contro uno dei rivali storici, Marco Materazzi sia compagno di squadra che avversario:” Entrava da dietro per fare male; e noi calciatori capiamo subito quando uno entra per fare male o semplicemente entra duro, come Chiellini, come Stam, come Maldini… Paolo era cattivissimo. Se voleva farti male sapeva come fare. Ma lo evitava, perché metteva la sua giusta cattiveria al servizio della squadra. Con Materazzi avevo un conto aperto da anni. L’ho saldato in un derby. Quello entra a piedi levati, io salto, lo evito, e lo colpisco con una gomitata alla tempia. Pippo Inzaghi commentò: ‘Il più bel derby della mia vita: 1 a 0, gol di Ibra, Materazzi in ospedale‘. Ovviamente stava scherzando”.
Un pensiero poi va anche alla sua parentesi Juventina tra Calciopoli ed il rapporto con Moggi:” Moggi con me è stato il top. Quei due scudetti li abbiamo vinti e nessuno ce li può togliere. Nessuno può cancellare il sudore, la fatica, la sofferenza, gli infortuni, i gol. Per questo, quando dicono che in carriera ho vinto undici scudetti, li correggo: sono tredici. Moggi era uno che incuteva soggezione, anche se non a me. Come Berlusconi“.