Quattro partite disputate: nessuna vittoria, due punti raccolti e terz’ultimo posto in classifica. Se a metà settembre avessero pronosticato questa situazione per la Juventus, tutti si sarebbero fatti una grande risata. Una crisi con pochi precedenti per i bianconeri specialmente dopo il ritorno, tanto voluto dalla piazza, di Massimiliano Allegri. Eppure, alla luce dei risultati, il confronto è deprimente tra il ritorno del conte Max ed i suoi predecessori Sarri e Pirlo. La Juventus sta vivendo un periodo di crisi che ha radici lontane e che coinvolge tutte le anime della società. Naturalmente dalle perdite economiche passando per il Covid fino alle difficoltà nel calciomercato, hanno portato ad una situazione critica a cui va posto rimedio nel più breve tempo possibile. Di certo chi dovrà agire in prima persona sarà proprio l’allenatore chiamato ad un vero e proprio miracolo. In primo luogo dal rifondare una squadra che vive di poche certezze e tanti equivoci. Moduli, cambi, ruoli: tutto viene messo in discussione in questo momento storico. Nell’ultima gara contro il Milan, aspre critiche sono state mosse sulla gestione dei cambi e sull’utilizzo di Chiesa. La mancanza di vittorie fa dubitare di tante cose, anche di un rapporto non idilliaco dell’allenatore con alcuni elementi.
Eppure la forza del gruppo è proprio quell’arma che la Juventus deve riportare in auge. Contro il Milan la reazione c’è stata e, con un briciolo di attenzione in più, oggi si parlerebbe di rinascita e grande vittoria contro i rossoneri. E’ chiaro che i bianconeri sono spalle al muro e, per uscirne, l’unica soluzione è una serie importante di vittorie consecutive. Per raggiungere tale scopo, serve qualità e spirito di sacrificio. La difesa deve tornare un muro invalicabile vista l’infinita serie di gare con goal subito. Il centrocampo ha bisogno di alzare i giri del motore sia dal punto di vista qualitativo che della quantità. Infine all’attacco si chiede cinismo e presenza fisica: Morata è in gran forma ma presto anche Kean dovrà calarsi, nuovamente, nell’ambiente juventino. Dybala è un discorso a parte: al numero 10 e capitano si chiede anche leadership. Il tutto attendendo anche un possibile cambio modulo rispetto all’attuale 442. Gli impegni sono tanti e ravvicinanti: la Juventus ha la possibilità di rifarsi prontamente.
Bisogna tornare al 1962 per una Juventus ancora senza vittorie dopo quattro gare: in quella stagione si concluse il campionato al dodicesimo posto. Appare evidente che la situazione migliorerà e non si finirà a metà classifica ma quello che fa più male è apparire così lontani dalla concorrenza e dalla corsa scudetto già a settembre. Questo handicap costerà caro alla Juventus che, da questo momento in poi, non potrà permettersi cali di tensione. Una situazione non ideale considerando anche le altre competizioni in ballo. Ciò che è certo riguarda l’impatto di Allegri: la carica per il riscatto passa inevitabilmente dal suo lavoro.