Serie A, Inter: Cottarelli presenta l’azionariato popolare

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“È una delle possibili risposte alla crisi del calcio”. Poche parole ma ben chiare quelle pronunciate a Milano da Malagò e che aprono uno scenario ancora poco conosciuto in Italia. In realtà l’azionariato popolare è una delle forme di “amore” più grande dei tifosi verso la propria squadra di calcio in tutto il mondo. Nel nostro paese viene vista ancora come un’azione di salvataggio estremo in situazioni di massima crisi. In realtà non si parla di alcun tipo di colletta su larga scala ma di un piano strategico ben preciso per rafforzare una società calcistica o sportiva più in generale. In questo senso l’Inter può fungere da apripista. Con lo slogan “Se non ora quando?”, Carlo Cottarelli ha presentato il progetto azionariato popolare a Milano.

Il presidente di Interspac è intervenuto durante una tavola rotonda legata a tematiche davvero attuali come la crisi nel calcio ma anche la partecipazione attiva dei tifosi nelle vicende quotidiane del club. Cottarelli si è così espresso:” È un modello che può funzionare a livello italiano. Stiamo parlando della partecipazione di un numero elevato di tifosi nelle quote del capitale della squadra che amano. È il desiderio di dare alla propria squadra stabilità, oltre a una connotazione prevalentemente italiana: si può diventare un piccolo mattone del club che si segue per tutta la vita”. Mentre si lavora a grande ritmo per sviluppare il progetto, si punta a fine novembre come periodo per presentare un piano ben organizzato e forte.

Grande entusiasmo sta raccogliendo questo nuovo orizzonte per migliaia di tifosi. L’Inter vuole rafforzarsi dopo un’estate passata a parlare di debiti, risparmio e cessioni in nome della spending review. Il calcio è cambiato facendo scomparire la figura dei presidenti-tifosi capaci di indebitarsi ad alti livelli per portare avanti la propria passione. Adesso ogni bilancio è fondamentale e, dopo una crisi pandemica di tale livello, qualsiasi scelta va ponderata. Il presidente del Coni Malagò si è detto favorevole alla soluzione dell’azionariato popolare di pari passo ad una ristrutturazione della governance del calcio e dello sport in generale.