Serie A, Fiorentina: l’analisi del mercato invernale

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Come analizzare il mercato invernale della Fiorentina? Una domanda che vale tanto e che merita un’analisi abbastanza approfondita. In primo luogo bisogna scindere decisamente l’aspetto umorale da quello tecnico e finanziario. La società di Commisso, infatti, ha sempre portato avanti un’azione ben precisa sia sul tema uscite che entrate. Alla nuova proprietà italo – americana, infatti, non può essere rimproverato nulla a livello di investimenti. La “crisi” ambientale deriva da quel campanilismo che non può entrare in tema di mercato: da Chiesa fino a Vlahovic le cessioni alla Juventus hanno causato l’ira dei tifosi. Di certo, però, entrambe le operazioni hanno prodotto delle plusvalenze fondamentali per la società viola.

In fondo la cessione del serbo è la più remunerativa del mercato invernale nella storia della Serie A. Un’operazione da quasi 150 milioni di euro tra costo del cartellino, ingaggio annuale, durata del contratto e commissioni agli agenti. Una scelta ben precisa della Juventus che fa felice anche la Fiorentina. La Viola perde probabilmente l’attaccante più forte del campionato ed uno dei futuri crack europei data l’età, classe 2000. Allo stesso tempo Commisso riesce a prendere una cifra record considerando che il giocatore non avrebbe rinnovato e chiedeva tanti soldi per rinnovare al pari degli agenti. Il direttore sportivo Pradè, poi, si è mosso molto bene portando a segno tre colpi di livello per il reparto offensivo. Il ritorno di Piatek, usato sicuro per la Serie A e con la voglia di riscattarsi. L’investimento su Cabral, in stato di grazia in questa stagione e tra i più richiesti in Europa. E poi c’è il colpo Ikonè che fa sognare i tifosi e potrebbe produrre una grande plusvalenza in futuro. Tra le cessioni c’è anche quella di Benassi che, finito ai margini, ha trovato sistemazione all’Empoli.

Resoconto mercato Fiorentina.

Acquisti: Piatek, Ikonè, Cabral

Cessioni: Benassi, Vlahovic