Quando, poco prima della premiazione, lo speaker ha detto che si era appena conclusa “la finale più lunga di sempre nella storia del Roland Garros” con le sue 5 ore 2 29 minuti di grande tennis (battuto di gran lunga il record detenuto da Mats Wilander e Guillermo Vilas, datato 1982, con 4 ore e 42 minuti), si è avuta l’ulteriore conferma di aver assistito ad un match iconico che rimmarrà nella storia di questo splendido sport.
“Uno spot per questo sport”, insomma, che mai in Italia aveva raggiunto questa popolarità e questo livello di seguito (forse solo ai tempi di Adriano Panatta e della Davis del ’76).
Il primato assoluto per una finale major è stato sfiorato. Nel 2012 in Australia, infatti, Novak Djokovic s’impose du Rafa Nadal dopo ben 5 ore e 53 minuti.
Per Sinner resettare e ripartire
Adesso, per Sinner, sarà importante resettare, non pensare troppo – e non sarà semplice – ai tre match point sprecati sul 5-3, 0-40 in suo favore nel quarto set, e pensare di aver migliorato, comunque, il suo personale record sulla terra e specialmente, al Roland Garros, raggiungendo la finale, mentre Carlos Alcaraz ha bissato il successo dello scorso anno quando, sempre in 5 set, s’impose contro Sasha Zverev.
Sinner resta numero 1 al mondo
Nonostante il ko, Jannik Sinner resta numero 1 al mondo, mantiene oltre 2 mila punti di vantaggio sullo spagnolo.
A proposito di ranking, Lorenzo Musetti, splendido semifinalista, ha guadagnato una posizione, toccando il sesto posto, a soli 70 punti dall’ingresso in top five. Il terzo italiano è Flavio Cobolli, numero 25 al mondo, subito dopo Mattero Berrettini (28), quindi, Matteo Arnaldi (41), Lorenzo Sonego (45), Luciano Darderi (48). Mattia Bellucci (72) e Luca Nardi (98).
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— Roland-Garros (@rolandgarros) June 8, 2025
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