Tornano in campo le nazionali di calcio e dopo la mancata qualificazione ai Mondiali, l’Italia di Roberto Mancini è pronta a difendere il titolo europeo conquistato nel 2021. La prima avversaria sarà proprio l’Inghilterra primo match per la qualificazione agli Europei del 2024. Mancini ha parlato della sfida e del momento attraversato dalla Nazionale.
Sulla sfida all’Inghilterra. “Italia-Inghilterra ormai è diventato un grande classico, un po’ come Italia-Germania qualche tempo fa. Loro sono una grande Nazionale da diverso tempo, piena di giocatori di talento, di forza e di tecnica. Sarà una partita dura, così come lo sono state tutte le altre con loro. Rispetto a noi hanno più scelta per tanti motivi, ma a Napoli vogliamo giocare bene, facendo un bella partita per iniziare al meglio queste qualificazioni. Certo è che loro sono veramente forti. È importante iniziare bene perché il nostro non è un gruppo semplice. C’è l’Ucraina, che di sicuro non è tra le ultime, e tutti vogliono giocare Europei e Mondiali. Le motivazioni sono tante, i giocatori sono anche sotto stress ma noi abbiamo questi giorni e dobbiamo provare a recuperare per giocare al meglio giovedì. Poi nella vita non si sa mai, magari riusciamo a vincere un altro Europeo… Ma prima dobbiamo qualificarci”.
Fuori Zaccagni e Zaniolo. “Zaccagni sta facendo un ottimo campionato, non c’è nessuna motivazione particolare. È già stato qui quando giocava con il Verona e se continua così ci sarà altre volte. Zaniolo non è stato chiamato perché ha ripreso da poco e non è ancora al massimo della condizione, non avendo ancora giocato partite intere. Se farà bene al Galatasaray, tornerà in Nazionale. Speriamo che anche Kean possa migliorare. È vero però che il tempo passa, quindi la speranza è che possano capire che hanno grandi qualità e che alla Nazionale servono. Locatelli? È sempre stato con noi, ma a centrocampo siamo tanti e può capitare che non venga convocato.“
Squadre italiane avanti in Europa, ma nessuna crescita per il nostro calcio – “Ci sono tre squadre ai quarti di Champions, ma non si può parlare di rinascita del calcio italiano, al massimo dei club di Serie A. Su tre squadre, gli italiani al massimo sono sette o otto. Ci fossero 50/60 giocatori italiani sarebbe diverso, magari anche la metà, ma così no”.