Alla vigilia della gara contro la Spagna mister Spalletti fa il punto sulla partita vinta contro l’Albania, ma anche su quelle che sono le ambizioni della sua Italia. Ne ha parlato così in conferenza stampa:
E’ stato un inizio difficile, ma i ragazzi si sono ripresi
“Sono cose che possono capitare, abbiamo commesso una leggerezza. Ma anche lì va apprezzata la voglia di andare a giocare in una situazione difficile, andare a creare una palla libera in una situazione difficile. Bisogna saper riconoscere quando si diventa incoscienti a fare una certa ricerca perché il gioco in quel momento andava fatto perimetrale, pulito. E se loro se lo sentono, è giusto ed è bello giocare così, ma quando gli nasce un dubbio bisogna fare l’inversione di corsia e andare a creare una palla sporca, è giusto. I ragazzi sono stati doppiamente bravi: tutti hanno partecipato alla difficoltà del compagno, non hanno allargato le braccia per evidenziare l’errore del compagno ma hanno detto: ‘Va bene, non fa niente, andiamo avanti insieme’. Perché bisogna condividere anche questi momenti, si divide tutto in parti uguali. Stasera hanno dimostrato di essere una squadra forte caratterialmente oltre che tecnicamente. Però ci sono cose da migliorare: ci sono situazioni in cui ci siamo piaciuti troppo, sulla cattiveria dobbiamo lavorare e fare meglio”.
Poteva essere più importante e vasto il divario con l’Albania
“Il divario l’hanno creato i ragazzi giocando un buon calcio. I ragazzi l’hanno giocata in maniera corretta. Poi è vero: è troppo poco un 2-1 dopo questa partita perché in fondo rischi con una pallata buttata dentro l’area di rigore. Per fare un calcio gradevole alle persone c’è anche questa fase di pressione, dove si sta a palleggiare nella loro metà campo, altrimenti diventa quello che è sempre stato: da dietro si tira sul primo attaccante e si cerca una situazione di vantaggio. Abbiamo trovato tante volte l’uomo dietro la linea di pressione, ma a quel punto devi andare a puntare la linea difensiva e invece spesso siamo rimasti a giocarla, siamo andati indietro”.
Possiamo vincere l’Europeo?
“Tutti mi dicono la stessa cosa, anche i miei dirigenti di adesso: ‘Mister, l’importante è vincere…” Da quando ho iniziato ad allenare i bambini l’importante è vincere. No, non sono d’accordo: l’importante è giocare bene. Per diventare l’allenatore della Nazionale c’è una strada sola, quella del gioco. Bisogna giocare a calcio, altrimenti ci sono squadre di livello superiore. Se tu vai a giocare con le stesse cose delle squadre di livello superiore loro vincono. Noi nel primo tempo eravamo un po’ bassi, per cui bisogna tenere la palla di più perché sulle pallata siamo più in difficoltà. Con Cristante, Darmian e Folorunsho, nel finale, avevamo una squadra più fisica, ma a noi ci salva solo il gioco ed essere squadra, altrimenti non riusciamo ad essere del livello del calcio europeo. Poi è chiaro che dopo aver giocato bisogna anche essere cattivi, fisici, però questa è la strada corretta per poter sognare qualcosa”.
Ora la Spagna
“Perlomeno stasera non si può dire cosa non fare con la Spagna. E’ una nazionale che si comporterà in maniera diversa rispetto all’Albania e quindi alcune cose andranno fatte più velocemente. Però contro la Spagna ci sarà più verticalizzazione e ci sarà la possibilità, proprio perché vengono a prenderti più cattivi, di andargli a giocare dietro la linea difensiva. Nell’interpretazione e nella conoscenza di queste cose qui conta chi lo fa più velocemente, chi lo fa più volte e una disponibilità maniacale di interpretare il secondo, il mezzo secondo, non i dieci secondi. Sarà un’altra partita, totalmente nuova e difficilmente ci sarà qualcosa che somiglierà a questa gara qui”.