Nazionale italiana, Jack Bonaventura: le parole dal ritiro azzurro

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Un ritorno inaspettato ma estremamente meritato. Jack Bonaventura torna in azzurro all’età di 34 anni grazie ad uno splendido inizio di stagione tra goal ed assist. Punto di riferimento del 4231 di mister Italiano, sarà l’elemento in più per il centrocampo del CT Spalletti. Queste le sue dichiarazioni principali dal ritiro di Coverciano:” Un po’ ci speravo in questa convocazione. La Nazionale ha un gioco simile alla Fiorentina e dentro di me pensavo di poter essere utile a questa squadra. Ho temuto di non tornare più vedendo che negli ultimi anni sono stati chiamati tanti giovani, credevo che per me non ci fosse più posto. Ma se uno dimostra di essere tra i migliori è giusto che vada in Nazionale”. Si commuove Jack dedicando la convocazione al papà, scomparso un anno fa (“perché era orgoglioso quando mi vedeva giocare in Nazionale”) e non nasconde che andare all’Europeo è un obiettivo concreto: “Se dovessi fare una grande stagione con la Fiorentina potrei continuare a venire in Nazionale, perché no. Mi sono messo in testa di fare bene giorno per giorno, di allenarmi e cercare sempre di migliorarmi, perché anche a 34 si può sempre migliorare”.

Un salto indietro ripensando alla prima convocazione:” Sono stato convocato la prima volta dieci anni fa probabilmente ho avuto qualche difficoltà con la Nazionale, ma ho cercato sempre di dare il massimo. Ogni volta venendo qui ho dato tutto me stesso perché la Nazionale è il sogno di chiunque. Poi ci sono certe cose che non dipendono da te. Il passato è passato, rimpianti non ne ho, non ho mai mollato ed essere qui a 34 anni è una grande soddisfazione”.

Un pensiero anche sul nuovo corso della Nazionale voluto da Luciano Spalletti:” Per giocare in questo modo serve un centrocampo dinamico, che faccia tutte e due le fasi. C’è bisogno di andare in area, di arrivare al tiro e pressare. Per le caratteristiche che hanno i centrocampisti dell’Italia penso che possano fare bene”. A chi gli chiede se si stia già preparando ad un futuro da allenatore risponde: “No, sto pensando a giocare”. Continuando a giocare così la panchina può attendere”.