Il ritorno del sorriso e dell’entusiasmo. Bastava una scintilla dopo le amare delusioni della mancata qualificazione al mondiale. L’Italia di Roberto Mancini ha intrapreso un nuovo percorso e lo ha fatto nel segno dei giovani ma anche della qualità. Tutto questo appare necessario in un momento storico in cui tutto il paese si appresta a vivere la seconda rassegna mondiale senza i colori azzurri in campo. La notte di San Siro, però, ha regalato forti emozioni e una nuova consapevolezza che la forza del gruppo può far rinascere un gruppo che solo poco tempo fa festeggiava la vittoria dell’europeo sotto il cielo di Wembley.
Ironia della sorte si è ripartiti proprio con una vittoria sugli inglesi. L’1-0 finale racchiude le caratteristiche principali della squadra vista in campo: compatta, grintosa ed estremamente cinica. La selezione di Southgate, infatti, è uscita con le ossa rotte sia dal punto di vista fisico che tecnico – tattico. Rispetto agli azzurri, Kane e compagni avevano sicuramente più titolari rispetto agli avversari. Mancini ha cambiato anche il suo credo abbandonando il 433 e puntando su un granitico 352. Un modulo che ha visto alzare il livello della difesa ma anche di Donnarumma tra i migliori per attenzione e leadership. Di contro l’attacco inglese ne è uscito assolutamente insufficiente dalla trasferta italiana. Con questo KO è stata sancita la retrocessione matematica in League B.
Adesso per gli azzurri qualche altro giorno di allenamento in vista dello scontro diretto contro l’Ungheria per accedere alla fase playoff. Nonostante le numerose assenze tra infortuni e mancate convocazioni, gli azzurri dovranno ripartire da questa prova convincente. Bonucci è apparso nuovamente a suo agio come perno centrale nella difesa a tre. Non a caso la sua visione di gioco è stata decisiva come anche nell’occasione del goal vittoria. Il centrocampo può proporre tanta quantità attorno alla regia di Jorginho anche se qualche giocatore è apparso un po’ fuori forma come Barella, poco lucido anche nell’occasione goal capitatagli. Infine l’attacco ha ritrovato la sintonia di Scamacca e Raspadori, per l’occasione i nuovi numeri 9 e 10 degli azzurri. Tutto più facile per loro specialmente se sulle fasce si lavora ottimamente come fatto da Di Lorenzo e Dimarco. Ancora il lavoro è lungo e la ricostruzione merita del tempo, ma il Ct Mancini sembra aver imboccato la via giusta insieme ai suoi ragazzi.