Nations League, Inghilterra-Italia 0-0: l’analisi del giorno dopo

Nazionale Italiana

Tre risultati utili consecutivi, primo posto nel girone e la sensazione di aver visto qualcosa di diverso. Non bisogna avere dei toni trionfalisti, siamo sempre fuori dal Mondiale ed abbiamo subito una netta lezione di calcio dall’Argentina, ma questa nazionale fatta di tanti giovani piace ed entusiasma. Il Ct Roberto Mancini ha voluto spazzare via tutti i dubbi relativamente a questo nuovo percorso intrapreso: questo è il momento giusto, non c’era spazio per esperimenti in passato. Da una parte si può essere d’accordo con il tecnico: nelle sfide decisive in chiave mondiale si è preferito ricorrere all’usato sicuro e all’esperienza. Di contro è evidente che serve un cambio di mentalità perché i giovani non possono essere lanciati solo ed esclusivamente in occasioni di catastrofi sportive.

Con questa nuova edizione di Nations League si spera di aver voltato definitivamente pagina, dopo aver messo un bel punto nella notte umiliante di Wembley contro Messi e compagni. La base per costruire il futuro c’è anche se il nostro calcio ha bisogno di una vera rivoluzione che stenta ad arrivare. La nazionale under 21 di Nicolato sta facendo un grande lavoro ma è evidente il gap a livello giovanile con gli altri paesi. Ieri sera, in Inghilterra, è andata in scena una rivincita in cui sono mancati solo i goal. A leggere le formazioni sembrava una gara segnata visti i nomi d’altissimo profilo per la squadra di casa contro i debuttanti in azzurro. Invece quello che sta mettendo in evidenza questa Nations League è la voglia del gruppo, le nuove motivazioni e quella “fame” di emergere.

D’altronde non potrebbe essere altrimenti se al fianco di Acerbi viene schierato Federico Gatti. Classe 1998 ed ex operaio, è una delle pagine più belle degli ultimi anni nel nostro paese. Le sue qualità lo hanno spinto fino in Serie B con la maglia del Frosinone prima dell’acquisto da parte della Juventus. Senza alcuna presenza in Serie A, il giovane è sceso in campo da titolare affrontando attaccanti del calibro di Kane, Sterling e Abraham. Voto altissimo per lui sia per l’atteggiamento che per l’attitudine. Un bel biglietto da visita anche per la sua nuova squadra di club orfana di Giorgio Chiellini dopo tanti anni. Se la difesa non ha mancato l’appuntamento, questa nuova nazionale dimostra di ereditare i problemi del passato. In particolare la fase realizzativa è davvero carente. Anche contro l’Inghilterra ottima mole di gioco e tante occasioni, ma la stoccata finale non c’è stata. Scamacca non è riuscito a pungere mentre Frattesi, Tonali e Pessina hanno mancato delle ghiotte chance con gli inserimenti. In definitiva il nuovo percorso azzurro è ripartito bene e c’è tanto da lavorare. Adesso serve coraggio nelle scelte, come sta dimostrando Mancini, perché l’Italia ha ben poco da perdere. Dopo una vittoria all’Europeo ma anche due mancate qualificazioni consecutive al mondiale, il nostro movimento calcistico ha bisogno di quella scossa che possa capovolgere tutto.