MotoGP, Marquez si racconta dopo aver riassaporato la vittoria: “Incertezza e disagio durante il recupero. Ora ogni successo è speciale”

marquez e motogp

Un calvario che pareva infinito trasformatosi in una luce ritrovata. Marc Marquez è tornato competitivo in MotoGP, anche se il titolo è già andato nelle mani di Quartararo. Lo spagnolo, però, ha riassaporato il gusto della vittoria, tagliando per il primo il traguardo sia ad Austin che a Misano. Due biglietti da visita promettenti in vista della prossima stagione, nelle quale potrà ricoprire un ruolo da protagonista fin dalle battute iniziali. Di seguito le sue dichiarazioni al giornale iberico El Pais:

“Ad Austin mi sembrava di aver vinto un Mondiale – ha esordito Marquez – Prima vivevamo le vittorie come fosse routine. Ora, invece, festeggiamo, perché non sappiamo quando arriverà la prossima. È più speciale. Il recupero è stato lungo e molto difficile. E lo era soprattutto per il disagio di non sapere cosa sarebbe accaduto, di non averlo sotto controllo. Tutta quell’incertezza – incalza il pilota della Honda – mi provocava quella sensazione di disagio. Vedere i miei limiti fisici è stata una delusione”.

Poi lo spagnolo ha continuato così il suo racconto: “Mi sarebbe piaciuto tornare come dopo gli altri infortuni accusando fastidio per qualche gara, per poi proseguire. Invece vedevo che un GP andava bene, ma quella successivo si faceva un passo indietro e senza sapere perché. Tutto ciò mi pesava psicologicamente. Non guido come vorrei. Cerco di stare in sella in modo accettabile, sentirmi me stesso, cadere e capire perché. Oggi commetto errori da principiante. A volte cambio posizione sulla moto senza rendermene conto perché sono stanco. Del resto, non ho mai trascorso così tante ore nella fisioterapia come quest’anno e in passato. È stato tutto molto frustrante all’inizio. E questo mi ha anche fatto cadere di più, perché volevo andare più di quanto potevo. Ho dovuto ingoiare il mio orgoglio”.

Infine ha concluso con queste parole: “Ci sono state molte persone che si chiedono perché sono ancora alla Honda, perché non ho cambiato squadra. Ma sono anche legato ai sentimenti. Non è qualcosa di stupido. Per altri sei un numero, ma qui non mi sento così. Questo è molto difficile da trovare nella concorrenza”.