Internazionali d’Italia: titoli di coda sull’80^ edizione

Conclusa l'80^ edizione degl'Internazionali d'Italia

La pioggia è stata, senza ombra di dubbio, la sgradita invitata all’ottantesima edizione degl’Internazionali d’Italia, conclusisi domenica 21 maggio con il successo di Daniil Medvedev, il primo sulla terra per il tennista russo, su Holger Rune (nel femminile si è registrata l’affermazione di Elena Rybakina).
Non sono mancate le sorprese e i colpi di scena, come l’eliminazione di Carlos Alcaraz, testa di serie numero 2 del tabellone, per mano di Fabiann Marozsan, numero 115 al mondo, ai sedicesimi di finale.
Fra il maltempo e una serie di premiazioni quanto meno improbabili e assolutamente rivedibili, si è conclusa l’edizione dei quasi 300mila biglietti venduti (saranno rimborsati i ticket acquistati tra giovedì e domenica a tutte le persone residenti nell’elenco dei comuni colpiti dall’alluvione), di cui il 26% all’estero, che ha portato un fatturato di 22,5 milioni di euro.

Nella conferenza stampa di conclusione, il presidente della Fitp, Angelo Binaghi ha fatto un po’ di autocritica sulla programmazione, con troppo match importanti sul “Pietrangeli”.
«Non avremmo dovuto far giocare Fognini e altri – ha spiegato Binaghi – dove hanno giocato, ma hanno giocato anche fuori dal centrale tutti i 4 semifinalisti. Non è più come quando c’erano i tre, Federer, Nadal e Djokovic per i quali il centrale era d’obbligo. Ora ci sono in tutti i tornei una decina di giocatori che possono vincere e hanno giocato ovunque. Dobbiamo gestire meglio la programmazione delle donne».
Per il prossimo anno sarà rivista anche la programmazione del Supersaturday che prevede le semifinali e la finale femminile nella giornata di sabato (causa la pioggia, lo scorso sabato, la chiusura è stata in piena notte). Dal 2024 le semifinali maschili si giocheranno il venerdì e il sabato sarà riservato alla finale femminile, così come negli altri Slam e così come al Masters 1000 di Miami.
Il tetto sul campo centrale? Dovrebbe essere pronto nel 2026, ma il condizionale è assolutamente d’obbligo.