Giro d’Italia: un’edizione cosmopolita

Giro d'Italia: edizione numero 106

Il Giro d’Italia, edizione numero 106, si è arricchito di un nome di prestigio. È stata la prima volta per Primoz Roglic, dominatore della cronoscalata Tarvisio-Monte Lussari di 18,6 chilometri che, nonostante l’inconveniente della catena saltata alla bici, si è imposto Geraint Thomas per 40″ e gli ha permesso di scavalcarlo al comando della classifica indossando la maglia rosa che poi lo ha consacrato al suo arrivo a Roma.
Uno sloveno, per la prima volta, ha conquistato il Giro d’Italia. Ma non sarebbe sbagliato parlare di edizione globale. Se si va a scorrere la classifica finale, infatti, la top ten è composta da giocatori di diverse nazionalità. L’italiano è, ovviamente, Caruso che ha chiuso la corsa rosa al quarto posto, ai piedi del podio, che ha visto dopo Roglic, il britannico Thomas e il portoghese João Almeida. Questi i primi dieci corridori : Roglic (Slovenia); Thomas (Gran Bretagna); Almeida (Portogallo); Caruso (Italia); Pinot (Francia); Arensman (Olanda); Dunbar (Irlanda); Leknessund (Norvegia) ; Kamna (Germania); De Plus (Belgio).

L’edizione 2023 del Giro d’Italia è stata decisa alla penultima tappa. E se questo ha rappresentato tensione ed interesse sino alla fine, si può tranquillamente affermare che, in precedenza, è successo davvero poco. E le emozioni sono state concentrate tutte sulla bellissima cronoscalata. Nessun attacco da lontano sulle tappe di montagna e nessun colpo di scena da copertina. Probabilmente, il ritiro, in maglia rosa, di Remco Evenepoel ha reso la competizione più prevedibile.
Vedremo se il Tour de France, a luglio, regalerà maggiori emozioni nel corso della competizione non concentrandole tutte in un giorno o qualcosa in più.