In vista dei Gran Premi che si svolgeranno in Qatar e in Arabia Saudita nelle prossime settimane, Stefano Domenicali, presidente e amministratore delegato della Formula 1, è intervenuto ai microfoni della BBC, toccando il tema dei diritti umani. Da questo punto di vista, i paesi sopracitati sono ancora molto indietro, ma il numero uno della F1 è certo che portare lo sport mondiale lì aiuti a invertire la rotta: “Un cambiamento così importante non può avvenire dall’oggi al domani, è un cambiamento culturale che richiederà tempo. Ma i tempi saranno accelerati dal fatto che ci sono grandi eventi. Andare in quei paesi è la cosa giusta da fare. E la Formula 1 giocherà un ruolo importante in questo senso”.
“Se guardiamo in modo pragmatico a quello che stanno facendo – prosegue nella sua analisi l’ex Ferrari – per esempio per quanto riguarda le donne, ne hanno in posizioni di rilievo nell’organizzazione, stanno lavorando e rispettando i regolamenti. Credo che i riflettori che stiamo portando saranno utili per la volontà e i desideri di cambiamento che questi Paesi stanno mostrando. Non penso che chiudere a tali Paesi e dire che non vogliamo andare lì aiuterà la situazione a migliorare. In realtà, accadrebbe l’opposto. Non significa che sia tutto perfetto, ma di sicuro quello che stiamo facendo va nella giusta direzione”.
Infine, Domenicali, team principal della scuderia di Maranello dal 2008 al 2014, ha parlato anche del tema della sostenibilità ambientale: “Abbiamo sempre detto che non crediamo come sport/business che l’elettrificazione completa sia l’unica risposta alla sostenibilità. Crediamo che il carburante sostenibile sia la strada giusta perché trasformare in tempi rapidi il parco auto globale in elettrico non può avvenire subito. Abbiamo questo grande impegno che consentirà un carburante sostenibile. E devo dire che Aramco (la principale compagnia petrolifera dell’Arabia, ndr) sta lavorando molto duramente per trovare una soluzione tecnica applicabile nel più breve tempo possibile”.