Covid tra i calciatori, ecco il regolamento degli altri campionati europei

Bundesliga

Dopo i ben undici contagi di calciatori del Genoa, a cui si aggiungono altri tre componenti della società, la Serie A rischia uno stop per evitare la diffusione del coronavirus anche ai tesserati delle altre società. In attesa che si arrivi a una decisione ufficiale, diamo uno sguardo ai regolamenti in vigore negli altri Paesi, adottati dalle singole federazioni in caso di positività di più giocatori.

In Spagna  per poter scendere in campo devono esserci almeno 13 giocatori, di cui 5 appartenenti alla prima squadra. Ogni squadra deve comporre una lista di 35 giocatori e in caso di contagi multipli può richiedere il rinvio di una partita fino alla 29esima giornata del torneo. La mancanza del requisito minimo comporta la sconfitta a tavolino.

In Inghilterra i club possono giocare con almeno 14 calciatori disponibili. Qualora una squadra si rifiutasse di scendere in campo, toccherà a una giuria indipendente che valuterà la sanzione. Si va da una semplice multa fino alla detrazione di punti in classifica.

In Germania sono previsti tamponi e isolamento solo per il giocatore positivo. Ma c’è in ballo anche la presenza di spettatori negli stadi influenzata dai dati dell’epidemia delle singole città. In caso di contagio contenuto sugli spalti ci potranno essere il 20% dei tifosi che l’impianto può ospitare.

In Francia si può giocare se i club sono in grado di utilizzare almeno 20 giocatori (incluso il portiere) chiaramente negativi al tampone. Emblematico, in tal senso l’esempio del Psg che nella gara con il Lens, è sceso in campo senza sette giocatori che nel frattempo osservavano la quarantena proprio perché contagiati dal virus.