Conference League: le parole dei protagonisti di Roma-Feyenoord

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Dopo dodici anni una squadra italiana torna a trionfare su palcoscenici europei. Si tratta della Roma, che questa sera si è aggiudicata la prima storica Conference League nella finale di Tirana contro il Feyenoord grazie alla rete di Zaniolo nel primo tempo. Un trionfo voluto, inseguito e raggiunto con grande determinazione. È il primo trofeo targato UEFA conquistato dai giallorossi. Fuori dai confini nazionali, infatti, avevano sollevato solamente una Coppa delle Fiere e una Coppa Anglo-Italiana, entrambe risalenti a oltre cinquant’anni fa. Analizziamo questo successo attraverso le parole dei protagonisti della sfida.

Le parole di Mourinho

“Come ho detto ai ragazzi nello spogliatoio a Torino, abbiamo fatto quello che dovevamo fare, qualificarci per l’Europa League. Oggi non era lavoro, oggi era da fare la storia e noi abbiamo scritto la storia”. Queste le parole a caldo di Mourinho pochi minuti dopo il fischio finale. “La Conference League è una competizione che abbiamo avuto la sensazione di vincere dall’inizio – ha continuato – poi le partite sono diventate sempre più impegnative, c’erano squadre forti come Marsiglia e Feyenoord. Puntavamo a questa coppa, poi in campionato potevamo avere qualche punto in più, ci abbiamo puntato tanto e ci siamo qualificati per l’Europa League. Io rimango e non c’è dubbio: voglio restare a Roma. Questa storia è fatta per proseguire, dobbiamo continuare con questo progetto e definire la direzione della prossima stagione”.

“La cosa molto bella della mia carriera è che, al di là del trofeo europeo con il Manchester United, vincere con Porto, con Inter e con Roma è molto molto speciale”. Ha incalzato così il tecnico lusitano, sviluppando il pensiero: “Una cosa è vincere quando tutti se lo aspettano, un’altra è farlo con squadre che ti rendono immortale, questo ti fa sentire speciale. Certo che penso a me, ma penso anche alla gente romanista. Spero che possano fare festa, sono veramente felice per i ragazzi nostri, ma per la famiglia romanista”.

Le parole di Pellegrini e Mancini

A fine partita non poteva mancare la dichiarazione di capitan Lorenzo Pellegrini: “Abbiamo dimostrato di essere una squadra vera, ora dobbiamo festeggiare tanto e ripartire. Dopo queste belle vittorie è difficile ripartire, è una squadra vera che ora vince e festeggia. Se vincere con la fascia al braccio è diverso? Sì, lo è, non mi sarei mai immaginato a 25 anni di togliermi questa soddisfazione, oggi è un momento bello, bisogna festeggiare. Ora dobbiamo farlo ricapitare il prima possibile. I tifosi? Devo solo ringraziarli, abbiamo restituito loro un pezzettino di ciò che ci hanno dato, guardate e basta”.

Poi, è intervenuto anche Gianluca Mancini, altra colonna di questa squadra: “Non abbiamo giocato alla grande, quando andiamo in vantaggio ci difendiamo bene, quando ci sono queste partite dobbiamo difenderci all’ultimo, non c’è un domani. Contava solo vincere. Vincere a Roma un trofeo europeo dopo tanti anni è bellissimo. Ci godiamo questa vittoria”.

Le parole di Spinazzola e Rui Patricio

Una grande soddisfazione se l’è levata anche Leonardo Spinazzola, reduce da un calvario lunghissimo e rientrato in tempo per questo appuntamento: “Penso che domani quando vedrò Roma piena realizzerò, sono felice perché in un mese ho fatto tutto. È stupendo alzare un altro trofeo. È un’emozione bellissima, ho sofferto con tutte la mia famiglia, con lo staff medico e gli amici ma l’importante è stare qui con il sorriso e con la Coppa. Abbiamo lottato, tutti insieme”.

Ha preso la parola anche Tammy Abraham, pedina inamovibile durante l’intera stagione: “Difficile descrivere a parole quello che stiamo vivendo, ma lo meritavamo. Quando sono arrivato ho detto che volevo aiutare la Roma a vincere un trofeo e oggi ci siamo riusciti. Ha un significato enorme per tutti noi, squadra e tifosi, non so cosa faremo domani, ma spero di poter festeggiare a Roma con i nostri tifosi. Le 56 partite giocate? Non ho più energie, si è visto anche oggi, ho faticato negli ultimi minuti, ma per questa squadra sono pronto a dare tutto. Quando alla fine della mia carriera mi guarderò indietro sarò felice di aver scritto la storia qui a Roma. Il mio modello? Drogba ed Henry sono stati i miei idoli da ragazzo”.