Il giorno dopo fa ancora più male. Firenze si sveglia incredula, ancora sotto shock dopo la sconfitta nella finale di Conference League, disputata ad Atene contro l’Olympiakos, prima squadra greca della storia ad aggiudicarsi un trofeo internazionale.
La maledizione delle finali si abbatte ancora sulla Fiorentina e, in particolare, su Vincenzo Italiano, al suo terzo ko nell’atto conclusivo sulla panchina dei toscani.
Tre finali perse tutte di misura. La prima in Coppa Italia per 2 a 1, lo scorso anno a Roma contro l’Inter, con Jovic che, a pochi minuti dal termine, si divora il gol del pari, le altre due in Conference League. La passata stagione contro il West Ham, con la rete del 2 a 1 di Jarrod Bowen al 90′ e quest’anno contro l’Olimpiakos, con il gol decisivo di El Kaabi al 116′ minuto di gioco.
Un vero peccato per una Fiorentina che, specie nella prima parte di gara, ha sfiorato più volte il gol del vantaggio, per poi scemare per intensità e aggressività con il trascorrere dei minuti.
Cosa resta della Fiorentina in questa stagione? Un ottavo posto e una qualificazione alla prossima edizione di Conference League. Quasi un pungno di mosche in mano, verrebbe da dire, per una società che ha investito tanto e per una squadra che non si è mai risparmiata. Ma, al tirar delle somme, questo è il “pescado”.
E adesso cosa accadrà? L’esperienza di Vincenzo Italiano sulla panchina della Fiorentina appare ormai al tramonto e quella con l’Atalanta nel recupero di campionato, inutile ai fini della classifica, dovrebbe essere la sua ultima partita alla guida dell’unidici toscano. Da più parti rimbalzano, infatti, le voci di un possibile arrivo, al timone della viola, di Raffaele Palladino che tanto bene si è comportato a Monza.
Per Commisso l’ennesima delusione ad un passo da un trofeo. Adesso, si è chiuso un ciclo. Inevitabile ripartire con forze fresche per dare nuova linfa al progetto Fiorentina.