Se giochi a Poker da abbastanza tempo, ci sono buone possibilità che tu abbia avuto a che fare con il tilt. Ma come funziona e perchè è così difficile da controllare? Scopriamolo insieme.
Cosa è il tilt?
La definizione di tilt non è così semplice come potresti pensare in un primo momento. Molti giocatori si immaginano un momento di grande rabbia, in cui si perde la calma e si getta al vento il proprio stack. Sebbene questo sia un esempio di tilt, non è l’unico modo in cui questo si può presentare.
Si può dire che un giocatore è sotto l’effetto del tilt quando non gioca al massimo del suo potenziale e ciò può manifestarsi in diversi modi.
Quindi non dovresti definirti “tiltato” solo quando inizi a fare rilanci o call inappropriati, ma anche quando ad esempio fai più fold o check del previsto per paura di perdere o semplice distrazione.
Perchè andiamo in tilt?
Nonostante al giorno d’oggi abbiamo la fortuna di non vivere più nelle caverne e siamo circondati da tecnologie di ogni tipo, il nostro cervello non si è evoluto allo stesso ritmo del nostro stile di vita e di fatto non è cambiato molto negli ultimi millenni.
Agli albori della civiltà le nostre priorità erano molto diverse rispetto a quelle di oggi e la parte razionale della nostra mente non era tanto importante quanto lo è al giorno d’oggi. La sopravvivenza non era scontata ed i propri istinti avevano un ruolo fondamentale nella vita di tutti i giorni.
In altre parole, potremmo dire che la nostra mente non è ottimizzata per un’attività astratta come il Poker.
Per comprendere al meglio il funzionamento del tilt dovresti cercare di immaginare il tuo cervello come una struttura concentrica a 3 livelli: il livello più interno regola le funzioni vitali, in quello centrale hanno sede le emozioni e quello più esterno è dove hanno luogo i ragionamenti logici.
È una struttura gerarchica, dove il settore più interno è anche il più importante. Se uno di questi “livelli” è sotto forte pressione, esiste un meccanismo di difesa che “spegne” quelli superiori con l’intento di salvaguardare la nostra sopravvivenza.
Se ad esempio abbiamo a che fare con una questione di vita o di morte che richiede un’azione tempestiva, non ci facciamo prendere da mille dubbi o congelare dalla paura: agiamo d’istinto.
Se invece è il livello delle emozioni ad essere sotto stress, fortunatamente quello inferiore resta preservato ma è la parte razionale a farne le spese.
È qui che nasce il tilt: le emozioni forti “spengono” la nostra mente logica e agiamo in modo imprevedibile. Il tilt è così servito.
La genesi del tilt: i tilt triggers
Ti sarà ormai chiaro che un tilt nasce da un’emozione molto forte, che mette sotto stress una delle sezioni fondamentali del nostro cervello e zittisce la nostra mente razionale.
Questa emozione forte non è casuale, ma nasce in genere da quello che in gergo si chiama “tilt trigger”: un particolare evento che ci mette a disagio.
I tilt triggers più comuni ti saranno senza dubbio famigliari:
- Ricevere uno scoppio
- Subire un cooler
- Perdere contro un giocatore occasionale
- Non riuscire a battere uno specifico giocatore
- Perdere più colpi di fila
Oltre a questi ne esistono molti altri e non tutti sono necessariamente legati al Poker: se hai avuto una giornata particolarmente storta, è plausibile che la tua mente sia già più vulnerabile al tilt anche se non hai ancora giocato una mano.
I Tilt Triggers sono diversi da giocatore a giocatore e qualcosa che ti infastidisce in modo particolare potrebbe non avere lo stesso effetto sui tuoi avversari (o vice versa).
Il modo migliore di prevenire il tilt è conoscere bene quali sono i tuoi personali Tilt Triggers: in questo modo potrai metterti sull’attenti ogniqualvolta uno di questi eventi dovesse presentarsi e magari fermarti prima che sia troppo tardi.
A questo punto dovresti avere una comprensione migliore del tilt e di ciò che lo causa. Si tratta del primo passo per lavorare sulla sua prevenzione ed avere così una marcia in più rispetto ai tuoi avversari riguardo un argomento che viene spesso trascurato.