Miglior debutto non poteva sperare Sonny Colbrelli, vincitore della Parigi-Roubax alla sua prima partecipazione. Il ciclista bresciano ha avuto la meglio su fango e pietre, riuscendo a portare a casa l’ambito trofeo, interrompendo allo stesso tempo un digiuno che per l’Italia durava da ben 22 anni.
Straordinario il risultato del 31enne Colbrelli, protagonista nel velodromo più famoso del mondo. Il bresciano ha battuto nettamente in volata il giovane belga Florian Vermeesch e l’olandese Mathieu Van Der Poel, nipote di Poulidor che nei lontani anni Sessanta salì all’apice del ciclismo francese. Colbrelli ha stretto i denti in una gara devastante durata quattro ore e resa ancor più ostica dalla pioggia battente. E così quei 55 chilometri, tra pavè, fango e sassi, si sono rivelati un vero massacro per le gambe dei corridori. Tantissime, infatti, sono state le cadute, quasi una selezione naturale tra chi poteva farcela e chi non aveva le possibliità di andare avanti fino al traguardo. Colbrelli, nonostante le difficoltà, ha buttato il cuore oltre l’ostacolo riuscendo a stare sempre nelle prime posizioni e tenendo testa fin da subito al favorito Van Der Poel.
Ha invece da recriminare l’altro italiano in gara Gianni Moscon. L’atleta era partito in fuga solitaria, guadagnando più di un minuto di vantaggio dal gruppetto degli inseguitori. Ma a circa trenta chilometri dal traguardo, arriva il primo intoppo con la gomma forata e l’inevitabile stop. Ma la profezia si compie nel settimo settore del pavè con una caduta che pone fine alle speranze di vittoria.