Champions, day after Barcellona: sarà rivoluzione

Camp nou

Le parole del leader del Barcellona, Gerard Piqué, a fine partita sono, probabilmente, ancora più pesanti delle otto sberle incassate dal Bayern Monaco nel quarto di finale di Champions (gara conclusasi 8 a per i bavaresi).
”C’è bisogno di un cambio radicale, dal vertice sino ai giocatori. Oggi abbiamo toccato il fondo. Se il problema sono io, sono pronto a farmi da parte”.

Parole forti e chiare da parte di chi il Barça ce l’ha tatuato sulla pelle ed è considerato il pilastro su cui si fonda prima lo spogliatoio e poi la squadra.
Sullo sfondo potrebbe esserci davvero un cambio radicale a cominciare dalla società. Anche se, il presidente, Josep Maria Bartomeu, non si dimette e commenta: “Piqué ha ragione, è stato un disastro. Non siamo stati all’altezza”. Chiara e netta la sensazione, ormai una certezza, di una spaccatura insanabile fra i senatori del gruppo e la dirigenza.

Ma una disfatta senza eguali in Champions, mai così male negli ultimi 74 anni, non può passare impunita.
E, infatti, è pronta la rivoluzione tecnica, nonostante Setién, pur ammettendo l’umiliazione si nasconde dietro: ”Sono qui solo da otto mesi”.
Ma lui sarà il primo, di una lunga lista, a saltare. Voci insistenti, seppur tutte da confermare, parlano di un interessamento per Max Allegri, seppur le filosofie del club blaugrana e dell’ex tecnico della Juve sembrano agli antipodi. Una cosa è certa: la rivoluzione è appena iniziata.