La lettera alla Fipav di campioni ed ex giocatori. Le attività del beach volley sono fermi ai primi di marzo. Le regole stringenti non consentono di ripartire. La proposta di nuove precauzioni da utilizzare durante le gare
Il coronavirus rischia di non far ripartire più il beach volley. Così come tutte le altre discipline, l’affascinante sport è rimasto fermo due mesi in seguito al lockdown, ma il futuro del settore appare nebuloso e adesso è arrivata una lettera di protesta direttamente dagli atleti.
Sedici giocatori, tra campioni in attività ed ex, hanno infatti scritto alla Federazione Italiana Pallavolo per sottolineare le difficoltà che stanno vivendo insieme alle proprie società. In molti casi i club gestiscono centri sportivi di proprietà altri sono invece in affitto e la prolungata inattività causa problemi economici che minano il futuro dell’intero settore e di molti lavoratori. Gli atleti puntano il dito contro le rigide regole del protocollo Fipav che non permette ancora la ripresa degli allenamenti, mentre gli altri sport hanno progressivamente iniziato l’attività.
Da qui gli atleti mettono sul piatto una proposta per rivedere il regolamento e ripartire in totale sicurezza. L’idea considera di prevedere massimo otto persone in campo, consentire il passaggio della palla, ma nelle esercitazioni vietare il muro, limitando il campo con un corridoio centrale. Si tratta di accorgimenti per mantenere il distanziamento sociale, simili a quelli applicati in Germania dove il beach volley ripartirà il 13 giugno con il campionato nazionale.