Nove mesi di battaglie, emozioni e colpi di scena. L’Atalanta conclude la stagione 2024/25 sul terzo gradino del podio in Serie A con 74 punti e il pass per la prossima Champions League già in tasca – il quinto negli ultimi sette anni. Un traguardo straordinario, se si pensa a come tutto era cominciato: tra dubbi, tensioni interne e un mercato turbolento.
Tra nuvole d’estate e la prima scossa
L’estate era stata tutt’altro che serena. L’amaro post Supercoppa persa contro il Real Madrid lasciava strascichi, mentre il calciomercato agitava ulteriormente le acque: Scamacca costretto a fermarsi, Koopmeiners fuori dai radar per scelta personale, Lookman insoddisfatto. Il debutto in campionato a Lecce il 19 agosto sembrava il preludio di un’annata complicata. E invece, l’Atalanta piazza subito un 4-0 da urlo, con Brescianini e Retegui protagonisti. La squadra, nonostante tutto, mostra di voler restare protagonista.
Dopo un settembre fatto di luci e ombre, arriva ottobre e la Dea cambia pelle. L’undici di Gasperini si trasforma in una macchina quasi perfetta: tra ottobre e dicembre inanella 11 vittorie di fila, abbattendo anche il Napoli al Maradona con un rotondo 3-0. Retegui è una sentenza davanti alla porta, e l’Atalanta chiude l’anno solare in cima alla classifica, con un messaggio chiaro: non è solo una corsa alla Champions, stavolta si può sognare lo scudetto.
Il sogno si inizia a sgretolare
Dopo un Natale da capolista, l’ingranaggio comincia a incepparsi. Il pari con la Lazio il 28 dicembre suona come un campanello d’allarme. La trasferta per la Supercoppa in Arabia toglie energie preziose e il mercato invernale non porta le risorse sperate. Il 3-2 subito dal Napoli a Bergamo è un colpo durissimo: Retegui illude, ma Lukaku spegne la rimonta. A gennaio e febbraio arrivano infortuni pesanti (Scamacca e Scalvini su tutti), l’eliminazione dalla Coppa Italia per mano del Bologna e l’uscita dalla Champions contro il Bruges. Il sogno scudetto evapora, lasciando spazio all’incertezza.
Nel cuore della crisi, anche il Gewiss Stadium diventa un terreno ostile: appena 4 punti in quattro gare casalinghe. Ma lontano da Bergamo, l’Atalanta ritrova sé stessa. Il 4-0 rifilato alla Juventus a Torino è un messaggio potente. La vera svolta arriva il 13 aprile: scontro diretto col Bologna e vittoria pesantissima. Da lì, i nerazzurri volano: successi con Milan, Monza, Roma e Genoa. Il terzo posto è in cassaforte.
Tra emozioni e interrogativi
La sconfitta con il Parma nell’ultima giornata non intacca la festa: l’obiettivo è stato raggiunto, e con esso la conferma dell’Atalanta tra le big italiane ed europee. L’addio del capitano Toloi, le incertezze sul futuro di Gasperini e qualche frizione con la proprietà statunitense aprono nuovi scenari. Ma il presente dice che questa squadra, con risorse limitate rispetto ai colossi della Serie A, continua a riscrivere i confini dell’impresa.