Formula 1, parla Binotto: “Nessuna crisi, ma stiamo attraversando una tempesta”

Mattia Binotto- ferrari official

Poco competitiva e sempre più anonima. Questa è la Ferrari del momento, che nell’ultima uscita in Belgio ha concluso la gara addirittura fuori dalla zona punti con entrambi i piloti. La scuderia di Maranello, forse, sta toccando il punto più basso della sua storia e margini di miglioramento all’orizzonte non se ne vedono.

Sulla delicata situazione che sta avvolgendo la Rossa, ha parlato il team principal Mattia Binotto, che non appare così pessimista: “Sbagliato usare la parola crisi per descrivere questo momento. Sicuramente un brutto risultato che si inserisce all’interno di una stagione molto difficile, lo sapevamo e lo avevamo visto durante i test invernali e anche col congelamento sullo sviluppo. Sappiamo che dobbiamo stringere i denti e costruire per il futuro. Sicuramente siamo in mezzo alla tempesta, non vuole dire essere in crisi. Conosciamo la nostra rotta e dobbiamo guardare avanti, ma sicuramente il risultato è deludente: siamo arrivati come eravamo partiti su una pista che richiede tanta potenza“.

Poi ha continuato: “Capiamo i tifosi e ci dispiace, non c’è dubbio. Quello che sta succedendo è che c’è una macchina che ha perso potenza rispetto all’anno scorso, ma vale per tutti i costruttori e non siamo gli unici. I limiti della macchina stanno emergendo e dobbiamo lavorare. Ci prendiamo tutti la responsabilità, io come team principal e tutti quelli che lavorano a Maranello: siamo sulla stessa barca, non c’è crisi e non c’è tensione, c’è amarezza ma la squadra è unita. Dobbiamo trasformare tutto questo in amarezza. Le responsabilità ci sono, questo è un momento difficile“.

Infine ha concluso accennando al prossimo GP d’Italia:  “Quella di Monza sarà una gara difficile come quella di Spa. Monza rimane una pista di potenza e non sarà banale. Ci sarà una nuova direttiva tecnica che vieterà il party mode e sono curioso, ma è inutile illudersi. Dobbiamo raccogliere il massimo che ci può permettere questa macchina, qui in Belgio eravamo troppo indietro“.