La sosta riapre il campionato con un appuntamento che non permette margini di errore: il derby. Il Milan di Massimiliano Allegri ci arriva in una fase di costruzione identitaria, con tanti innesti nuovi e la necessità di trovare continuità dopo settimane altalenanti. La sfida contro l’Inter diventa un test immediato per misurare solidità, carattere e maturità del nuovo gruppo.
Il punto di partenza è sempre Mike Maignan, leader tecnico e voce dello spogliatoio. Davanti a lui, Allegri punta forte su Strahinja Pavlović: fisico dominante, aggressività, letture difensive in crescita e vero leader della difesa, insieme a Gabbia. Il serbo è chiamato a guidare un reparto che deve ancora trovare la miglior compattezza.
Ma il vero salto di qualità passa dal centrocampo. Luka Modrić è la novità più luminosa: arrivato con un bagaglio di esperienza unico, sarà lui a prendersi la responsabilità della regia. Allegri lo vede come il riferimento per dare ordine, tempi corretti e pulizia nelle uscite dal basso. Accanto al croato ci sarà il dinamismo di Youssouf Fofana, fondamentale per equilibrio, corsa e recupero palla. Il terzo elemento del triangolo è Adrien Rabiot, uno dei più in forma prima dell’infortunio, che lo ha tenuto lontano dal campo per circa un mese.
Davanti, il Milan si affida al suo talento puro: Rafael Leão. Il portoghese deve assumersi il ruolo di trascinatore nelle partite che contano, superando quei cali di concentrazione che spesso lo limitano. Christian Pulisic, invece, resta l’uomo di fiducia per continuità, disciplina tattica e capacità di incidere negli ultimi metri.
Il derby arriva presto, forse troppo per un Milan ancora da oliare del tutto, ma può diventare un crocevia della stagione. Allegri chiede attenzione, compattezza e cinismo. Modrić porta la mente, Fofana le gambe, Leão e Pulisic la fantasia. Ora serve la prova più difficile: trasformare il potenziale in un risultato pesante.
90 minutes in the legs 🏃
— AC Milan (@acmilan) November 14, 2025
❤️🖤 2-3 ⚪ pic.twitter.com/0orKqWLkzh