Durante la cerimonia per la promozione del Benevento, sono intervenuti anche Gabriele Gravina e Cosimo Sibilia, rispettivamente presidente e vicepresidente della FIGC. Entrambi i rappresentanti della federazione si augurano di poter “riabbracciare” i tifosi negli stadi già a partire da settembre, quando comincerà la stagione 2020/2021.
Queste le parole di Gravina: “È stata una vittoria del calcio poter ripartire. Il calcio italiano ha rappresentato un momento di grande speranza. Dico grazie alla tenacia della nostra governance. Abbiamo avuto modo di confrontarci in questi mesi per poter superare un momento di grande difficoltà. Il Benevento è stata la prima società a centrare il primo obiettivo post covid. Ha vinto il calcio, ma soprattutto la passione per questo sport“.
Poi ha continuato: “Abbiamo vissuto questo periodo che è stata un’eternità con tensioni, ringrazio tutti quelli che hanno permesso al calcio di ripartire. Non tutti sanno, ma i ragazzi sono sottoposti a tantissimi tamponi. Dobbiamo tener conto che c’è la salute dei ragazzi, dobbiamo tutelarli. Non è pensabile continuare con queste procedure, attualmente in vigore, per dieci mesi, sarebbe devastante. Penso anche ai dilettanti, non si può ritenere applicabile un protocollo simile. Dobbiamo creare i presupposti per far sì che il calcio si possa realmente praticare”.
Sulla questione tifosi: “Stiamo lavorando a questo. Abbiamo stilato la possibilità di presentare al comitato tecnico-scientifico, tramite Spadafora, un nuovo protocollo sia per il mondo professionistico che dilettantistico, ma anche per i tifosi. Tutti devono vivere questi eventi”. Risposta sostenuta anche da Sibilia, che si è pronunciato in questo modo: “Tifosi allo stadio da metà settembre? È un auspicio. Io penso che in uno stadio dove c’è la possibilità di avere 70 mila spettatori, una percentuale di pubblico possa esserci. Uno spettacolo come il calcio senza pubblico è uno spettacolo mutilato. L’auspicio è che si raggiunga questo obiettivo, ma prima ancora speriamo di essere tutti al sicuro dal punto di vista sanitario. Questo è un mondo che rappresenta un milione di tesserati, che organizza 600 mila partite all’anno. Dobbiamo far comprendere alla gente che se rinasce il calcio, che è lo specchio del Paese, rinasce anche il Paese stesso”.