Il Sassuolo è di nuovo tra le grandi del calcio italiano. Con una stagione da incorniciare, la formazione neroverde ha ottenuto la promozione in Serie A con largo anticipo, centrando la matematica certezza già il 13 aprile. Meno di un mese dopo è arrivato anche il trionfo finale: primo posto e vittoria del campionato cadetto.
È stata una stagione di svolta, segnata dall’esordio di Francesco Palmieri nel ruolo di direttore sportivo. Dopo anni alla guida del settore giovanile, Palmieri ha assunto la nuova carica con spirito di servizio e grande competenza. “Sono al posto giusto nel momento giusto”, ha dichiarato con la consueta umiltà, ma il suo impatto è stato tutt’altro che casuale.
Il percorso, come spesso accade, non è stato privo di ostacoli. “Tra agosto e ottobre abbiamo faticato, ma eravamo preparati. Dopo tre mesi abbiamo trovato il ritmo giusto”, ha spiegato Palmieri. La squadra ha saputo reagire, crescere e imporsi grazie anche al lavoro meticoloso di Fabio Grosso, l’allenatore che ha saputo trasmettere compattezza, idee di gioco e mentalità vincente.
Nonostante militasse in Serie B, il Sassuolo ha potuto contare su un organico dal valore tecnico elevato. Su tutti, Armand Laurienté, autore di 18 gol, capocannoniere e MVP del campionato. Ottime anche le prestazioni di Nicholas Pierini e del capitano Domenico Berardi, tornato protagonista dopo un infortunio a inizio stagione.
“Vorrei però dare merito a tutta la squadra: tutti hanno seguito alla lettera gli schemi di Grosso”, ha sottolineato Palmieri, evidenziando lo spirito collettivo del gruppo.
Un plauso va anche ai giovani del vivaio neroverde, come Lipani e Volpato, che si sono rivelati pedine fondamentali nel corso della stagione. Una conferma ulteriore della qualità di un settore giovanile che da anni è tra i più floridi d’Italia.