Un 2024 da incorniciare e che entra di diritto nella storia del club. D’altronde quando si parla di Bologna, si apre uno spaccato sul calcio italiano e sulla sua storia. Nel ricordo di intere generazioni questo anno che volge al termine sarà quello della cavalcata verso la Champions League. A cavallo tra la scorsa stagione e quella in corso tantissimo è cambiato sotto tutti i punti di vista. Ciò che è rimasto intatto è l’entusiasmo travolgente di tutto l’ambiente emiliano per una squadra che continua a divertire e divertirsi. Partendo dalle basi della passata annata, però, è chiaro che il volto principale sia quello di Thiago Motta. E’ stato proprio lui l’artefice di una splendida ed iconica qualificazione in Champions League, tra l’altro nel primo anno dell’introduzione del nuovo format.
Il tecnico, oggi alla Juventus, ha fatto giocare la sua squadra in maniera armoniosa esaltando le doti di molti singoli. Dal ruolo centrale del trequartista con Ferguson e Fabbian, alla mediana qualitativa e fisica sino alla solidità difensiva. E poi c’erano due fenomeni assoluti che, non a caso, sono diventati l’oggetto del desiderio di mezza Europa. Stiamo parlando di Joshua Zirkzee e Riccardo Calafiori. Il primo, attaccante atipico e molto tecnico, è diventato goleador e regista avanzato. Oggi non sta trovando grande fortuna al Manchester United e chissà che non possa tornare di nuovo in Italia, magari alla corte di Thiago Motta. Su Calafiori la grande intuizione è stata quella di spostarlo al centro della retroguardia. Nato come terzino sinistro, è diventato il prototipo del difensore centrale moderno grazie ad una qualità sopraffina.
Punto fermo della nazionale italiana, oggi è all’Arsenal sotto la guida di Arteta. La nuova stagione, quindi, è partita senza questi due simboli in campo e senza la guida in panchina. La società, allora, ha optato su Vincenzo Italiano reduce da due finali consecutive in Conference League con la Fiorentina. Dopo un primo impatto faticoso ed a rilento, la squadra adesso è lanciatissima con 28 punti in classifica e tanta voglia di prendersi un posto in Europa. La campagna in Champions League, invece, ha portato poche soddisfazioni con diverse sconfitte e qualche prova incolore. Il gruppo non è sembrato all’altezza per il palcoscenico più importante. Tuttavia i segnali sono del tutto positivi in vista del futuro prossimo. Anche perché ci sono già dei nuovi giovani talenti in rampa di lancio. Uno su tutti è Santiago Castro che ha già messo a referto quattro goal e tre assist. Grande crescita anche da parte di Ndoye mentre Orsolini resta la certezza con sei goal.