La zampata di Lautaro Martinez ha regalato all’Argentina la seconda Coppa America consecutiva, mandando al tappeto un’ottima Colombia che torna a perdere una match dopo due anni e mezzo e lo fa, ancora una volta, contro l’Albiceleste.
Match cominciato con oltre uno’ra di ritardo, causa disordini all’esterno dell’Hard Rock Stadium di Miami. Parecchi tifosi colombiani hanno provato a varcare i cancelli d’ingresso dello stadio privi di tagliando, scavalcando le recinzioni e venendo inseguiti dalle forze dell’ordine.
Tornando al match, il gol del neo entrato Lautaro Martinez, nei supplementari, al minuto 112 ha regalato la vittoria ai suoi. Terzo titolo consecutivo per un’Argentina sempre più protagonista.
Al termine della gara, a Buenos Aires e in tutta l’Argentina sono scattati i festeggiamenti per il sedicesimo titolo continentale. Strade invase dai tifosi che hanno inneggiato a Messi e soci. Un rituale che sta diventando quasi un’abitudine, soprattutto da quando Lionel Scaloni ha preso in mano le redini della condizione tecnica.
«I cambi sono stati pensati perché credevamo che la squadra sarebbe migliorata – ha spiegato il 46enne Commissario tecnico dell’Albiceleste -. Fisicamente non è che stessimo andando male, anzi. Enzo Fernández stava bene, Mac Allister aveva preso il giallo in quel caso e Alvarez sappiamo che non avrebbe smesso di correre. In panchina ci siamo detti che se avessimo avuto un’occasione, Lautaro l’avrebbe segnata. Che avremmo segnato con il lavoro di squadra. Volevamo che la squadra facesse un passo in più e infatti credo che sia stato così. Leandro Paredes ha recuperato diversi palloni e Lautaro non ha smesso di lavorare, ha meritato il gol perché ha sofferto per l’esclusione dai titolari nonostante fosse il capocannoniere. Non sarà contento di me, e sicuramente con ragione perché vuole giocare, ma è quello che deve fare. Noi, sbagliando o no, crediamo che la squadra debba giocare così e abbiamo vinto».
Scatenato il match winner Lautaro Martinez, ancora una volta protagonista. decisivo il suo ingresso in campo.
«Felice per il gol e per il titolo vinto – ha detto a fine gara l’attaccante dell’Inter -. Ancora una volta abbiamo portato la coppa in Argentina, era quello che tutti desideravamo. Quando tutto è finito il Mondiale in Qatar, quando ho ricevuto la medaglia d’oro, ero molto felice di quello che avevamo ottenuto, una cosa straordinaria, ma personalmente sapevo di essere in debito, che la caviglia non mi permetteva di fare quello che volevo. Ho ancora la caviglia non al meglio, ma ovviamente senza dolore e sto andando avanti. La Copa América non è la stessa cosa di un Mondiale, ma posso dire che mi sono preparato al meglio modo di affrontare questa Coppa, di liberarmi di quel debito, di avere la tranquillità di poter occupare questo posto e togliermi questa spina»