Male, malissimo al limite della decenza sportiva e con una totale assenza di dignità. L’Italia cade per 2-0 contro la Svizzera negli ottavi di finale e saluta Euro 2024. Un’altra pagina nera, l’ennesima, della storia recente della nazionale azzurra negli ultimi dieci anni. In giornate come queste, infatti, bisogna essere lucidi e capire che i problemi sono iniziati anni fa e questa è la naturale conclusione. Dopo due mondiali salutati ai gironi ed altrettanti mancati per il fallimento nelle qualificazioni, era arrivato un successo all’Europeo che aveva dato fiducia e rinnovato entusiasmo. La notte di Wembley, invece, sembra così lontana oggi ma anche quasi una cattedrale nel deserto. Il movimento calcistico italiano, infatti, non riesce a costruire nulla ma ancora vivacchia sulle macerie. Le scuse, le prese di responsabilità e le tanto rinomate riforme sono un disco rotto che ha stancato.
I vertici istituzionali italiani non hanno più credibilità e la sensazione è che si possa continuare su questo percorso fallimentare. Luciano Spalletti non ha rassegnato le dimissioni mentre il presidente Gravina appare totalmente inadeguato a gestire una situazione che ormai è in totale crollo verticale. Oggi si svolgerà una conferenza stampa congiunta dove verranno sciorinati i consueti luoghi comuni e frasi tipiche di un fallimento sportivo. Potrebbe ripetersi un “Mancini Bis” come avvenuto nel post Macedonia con Spalletti ancora alla guida degli azzurri e tante promesse che non verranno mantenute. La priorità, adesso, è proiettarsi al futuro prossimo dal momento che il calcio non aspetta l’Italia e le qualificazioni mondiali sono dietro l’angolo.
Analizzare e parlare della partita di ieri sarebbe come sparare sulla Croce Rossa. Probabilmente la gara peggiore dell’Italia negli ultimi anni. Nelle altre sonore sconfitte almeno un minimo di voglia di lottare si era vista al netto delle tante lacune. Questa volta è stata un’eliminazione che, per la verità, era nell’aria già dal match contro l’Albania d’esordio. Una squadra senza mordente, senza grinta e senza voglia di lottare. Una Svizzera che ci ha dominato sotto tutti i puti di vista con metà squadra che è protagonista nella nostra Serie A e non certamente in primissima fascia. Sono apparse inadeguate le scelte degli uomini così come Spalletti ha dimostrato di essere un allenatore da club non un selezionatore da nazionale. Il suo modo di allenare, infatti, richiede tanto tempo ed un rapporto strettissimo con i calciatori. Le sue doti di gestione, invece, sono apparse estremamente lacunose. Solo tre anni fa trionfavamo a Wembley contro l’Inghilterra, oggi dimostriamo ancora una volta di essere inadeguati per determinati palcoscenici. Ci ritroviamo, con amarezza, a dover individuare i tanti problemi del calcio italiano ma con la consapevolezza che, purtroppo, sembra non esserci la volontà di porre rimedio e risolverli. Nel frattempo l’Italia saluta Euro 2024 dove, da campione in carica, ha dimostrato di non avere la forza per difendere il suo status.