Il Poker da torneo è forse il più diffuso a livello globale, ma sono ancora molte le informazioni scorrette che circondano questa disciplina. Cerchiamo di smascherare quattro comuni falsi miti.
Con meno di 10 bui dovresti sempre fare all-in o fold
Forse uno dei falsi miti più diffusi, come tutti gli altri ha anche un fondo di verità.
Certo, se hai uno stack di questo tipo fare raise per poi foldare ad un all-in non è proprio il massimo, ma come al solito la parola “sempre” va usata con cautela nel Poker.
Se ad esempio ti trovi sul bottone e sui bui sono seduti giocatori chiusissimi, che ad ogni modo sembrano non volere dare azione, non hai motivo di rischiare 10 bui quando solo 2 potrebbero ottenere lo stesso risultato.
Queste situazioni si presentano soprattutto nelle fasi più delicate del torneo come la bolla, quando molti giocatori non fanno altro che aspettarne lo scoppio.
Anche quando ti trovi sul grande buio con uno short stack non dovresti escludere a priori il call Preflop su un piccolo rilancio.
Certo, non avrai molto margine di manovra nel Postflop, ma se ad esempio il tuo avversario ha rilanciato x2, stai ricevendo un prezzo così buono che il call non può quasi mai essere definito un grosso errore.
Con uno stack così piccolo riuscirai anche a realizzare molto spesso la tua Equity, in quanto non ci sarà margine per il tuo avversario di utilizzare il vantaggio posizionale.
Serve uno stack grosso per applicare pressione
In seguito ad un torneo giocato in modo passivo ed arrendevole, sono molti i giocatori che lamentano scarso margine di azione a causa di uno stack sempre basso.
In realtà, sebbene uno stack profondo sia sempre un vantaggio sotto diversi aspetti, non è necessario per applicare pressione ai propri avversari.
Anche uno stack limitato è sufficiente per rovinare il torneo alla maggior parte dei giocatori al tavolo e può così applicare una certa dose di pressione.
Non è infatti il tuo stack che di solito spaventa i tuoi avversari, ma piuttosto la possibilità che questo vada ad intaccare il loro.
Durante un torneo dovresti sempre cercare di applicare pressione sugli stack medi, e questo a prescindere da quale sia il tuo stack.
Un buon giocatore arriva spesso a premio
Un altro punto nel quale c’è molta disinformazione riguarda la frequenza con cui un giocatore di torneo dovrebbe arrivare a premio.
Se ti concentri troppo sul breve periodo potresti pensare che un buon torneista dovrebbe andare a premio con una frequenza molto buona, magari 1 volta su 2 o anche meglio.
Tuttavia, dati alla mano, i migliori giocatori di MTT arrivano a premio con una frequenza relativamente bassa: per la maggior parte di essi si parla di un 20% circa di risultati ITM.
I torneisti esperti sanno infatti che il profitto non deriva tanto dal numero di piazzamenti a premio che ottengono, ma piuttosto dalla qualità degli stessi. L’obbiettivo dei professionisti è sempre il tavolo finale e non si fanno problemi ad uscire in bolla se è il caso di spingere.
Dovresti cercare di costruire subito uno stack grande
Certo, affrontare il torneo con un monster stack è sempre un vantaggio non indifferente, tuttavia non è così essenziale per raggiungere il tavolo finale.
Molti giocatori commettono l’errore di correre rischi eccessivi ad inizio torneo, nella speranza di ottenere uno stack importante con cui dominare il tavolo. Purtroppo un torneo non si vince nelle fasi iniziali ed in genere raddoppiare il tuo stack nei primi livelli di bui è un vantaggio marginale, che non giustifica giocate forzate.
Un MTT si vince nelle fasi finali, come dimostrano i moltissimi casi di giocatori rimasti estremamente corti, che sono poi riusciti a dominare un torneo in uno stage avanzato.
Questi 4 falsi miti dimostrano che se vuoi giocare al meglio un torneo, dovresti cercare di mantenere una mentalità aperta ed evitare di porti regole prefissate. Nel Poker non è tutto bianco o nero e non dovresti avere paura di pensare fuori dal coro se ti sembra la scelta più sensata.