Una sconfitta che brucia, che fa male, ma che forse fortifica. Possiamo leggerla così, anche in virtù delle parole e dell’atteggiamento del condottiero dei giallorossi, Josè Mourinho. Perdere non è mai bello, ai calci di rigore è un dramma sportivo, ma in casa Roma la rabbia è ancora viva a causa dell’arbitraggio disastroso dell’arbitro Taylor che ha, secondo i romanisti, negato un calcio di rigore per un fallo di mano e non espulso Lamela reo di due falli da ammonizione, condizionando la gara.
Da dove si riparte? Dal gruppo, dai tifosi, dall’ambiente sano e forte. La Roma si riconosce nel suo mister, si riconosce in quei colori e in quella forza internazionale che ormai si sente addosso. La Roma può scrivere pagine importanti nel prossimo futuro e può farlo proprio perchè sembra essere svanita quella frenesia, nel nervosismo legato al mancato raggiungimento di risultati o trofei.
Dybala, Pellegrini, Smalling, Abraham, ma anche i giovanissimi come Bove o Zolewski, la Roma è presente, ma anche futuro e la società può sicuramente lavorare per migliorare un rosa già competitiva e forte nelle individualità e soprattutto nel collettivo.