Una bomba che è letteralmente esplosa e che potrebbe lasciare uno strascico di danni davvero ingente. Mentre ci si attendeva una sosta dei massimi campionati nella quiete più assoluta durante Qatar 2022, le dimissioni di tutto il CDA della Juventus hanno sconvolto gli equilibri non solo della Serie A ma di tutto il calcio europeo. L’inchiesta che sta coinvolgendo i bianconeri vive di nuovi capitoli giorno dopo giorno specialmente con la ribalta mediatica delle intercettazioni. Naturalmente spetterà alle aule di tribunale mettere in chiaro tutta la vicenda, ma è chiaro che la situazione appare abbastanza grave e pesante fin da ora. Mentre la società bianconera sta sviluppando delle nuove basi sulle quali ripartire con John Elkann al comando, le cariche istituzionali vengono chiamate in causa sull’argomento. Il primo a prendere posizione, come giusto che sia, è il ministro dello Sport Abodi. Con grande chiarezza e franchezza, è stata chiesta celerità nel conoscere perfettamente i fatti per poter agire. Tuttavia è stato posto il freno sulla “caccia alle streghe” a livello mediatico perché il giustizialismo potrebbe essere un’arma a doppio taglio.
Secondo le dichiarazioni del ministro, infatti, il caso Juventus potrebbe allargarsi a tanti altri club del nostro paese. Le dichiarazioni di fronte alle telecamere sono stato un atto dovuto dal momento che sono frequenti, in questi giorni, gli incontri con Gravina numero uno della FIGC. In molti, in queste settimane, stanno mettendo in mezzo il caso di Calciopoli anche se i fatti riguardano una sfera decisamente diversa. Gli effetti di questo nuovo tsunami sul calcio italiano potrebbero azzerare un sistema ormai logoro e datato. Sulla stessa linea del ministero, anche il presidente del Coni. Giovanni Malagò ha invitato tutti alla calma per poter esprimere dei giudizi in maniera tranquilla e puntuale. In questo senso si chiede grande collaborazione tra i vari mondi della giustizia da quello penale a quello sportivo.
Nonostante questa tipologia di linea istituzionale, le “bombe” mediatiche sono all’ordine del giorno. In particolare a far rumore sono state le ultime dichiarazioni dell’avvocato Grassani. Il famoso legale di diritto sportivo si è sbilanciato considerando questa nuova inchiesta peggiore di quella del 2006. A suo dire la Juventus rischierebbe l’esclusione dalla Serie A e la retrocessione nel campionato cadetto. Per concludere l’ennesima lunga giornata di dichiarazioni, anche il presidente De Laurentiis è stato chiamato in carica. Il patron del Napoli, lanciatissimo verso lo scudetto, non ha voluto alimentare le polemiche affidandosi al giudizio dei tribunali. La sua accusa, piuttosto, è stata rivolta al governo reo di essere assente sulle tematiche calcistiche. Per De Laurentiis il sistema è ormai logoro, con leggi obsolete e con perdite economiche sempre più ingenti.