In un’intervista esclusiva ai microfoni del quotidiano La Stampa, ha parlato Gianluigi Buffon, attuale numero uno del Parma che a 44 anni compiuti non ha alcuna intenzione di smettere. Tanti i temi toccati dall’ex portiere di Juventus e Nazionale italiana, a partire dalla lotta scudetto in Serie A, che quest’anno si sta rivelando veramente incerta: “Stiamo vedendo un campionato sui generis, di solito una squadra domina e altre la infastidiscono: quella che sembrava dominare era l’Inter, ma poi ha avuto diversi passaggi a vuoto, si è rilanciata vincendo a Torino e adesso la rivedo favorita. Se la Juve avesse vinto lotterebbe a sua volta, anche l’Atalanta con il ritmo degli anni scorsi avrebbe potuto ambire al titolo”.
Poi ha espresso un giudizio sulla notizia di qualche settimana fa relativa alla separazione tra il club bianconero e Paulo Dybala, che al termine della stagione corrente lascerà Torino: “Non me l’aspettavo, ma la società è stata onesta e diretta, spiegando che non è più funzionale al progetto. Non gli hanno rinnovato il contratto per questo, non certo perché lo ritengono scarso: Paulo troverà altrove l’opportunità di fare grandi cose, ma non vorrà dire che la Juve ha sbagliato. Vlahovic? È dominante per fisico, qualità, forza e rabbia”.
Infine, non poteva mancare un commento sulla mancata qualificazione dell’Italia alla fase finale dei Mondiali in Qatar, che lui stesso sognava di giocare: “Se l’Italia si fosse qualificata non penso che sarei stato convocato. La meritocrazia è dalla mia parte, ma ci sono altre valutazioni a cui dare precedenza e che rispetto. Sarebbe stato giusto, considerate le scelte degli ultimi anni. Già nel 2010 in Sudafrica, dopo l’eliminazione con la Slovacchia, dissi che la globalizzazione stava cambiando valori e gerarchie e che avremmo dovuto cominciare a festeggiare anche le qualificazioni. Da allora abbiamo avuto illusioni e momenti di gloria come l’Europeo, ma non avevo sbagliato: caratterialmente siamo unici, perciò nelle difficoltà sappiamo far blocco e andare fuori giri, quando però c’è calma ci mancano qualità e cattiveria. Ipermotivati diamo il massimo, altrimenti possiamo perdere con chiunque”.