Rifondare. Questa la parola che si usa più spesso in queste situazioni. L’Italia, per la seconda volta consecutiva, non si qualifica all’edizione del mondiale. Un’altra pagina nera per lo sport italiano ben peggiore per diverse caratteristiche da quello avvenuto con la Svezia. La notte di Palermo e di un “Renzo Barbera” gremito, a dimostrazione che i tifosi sono sempre stati vicini alla propria maglia, getta la maschera sull’intero sistema calcistico italiano ridotto ai minimi termini. Tra accuse e polemiche, la sensazione è che ancora una volta il grido d’allarme rimarrà inascoltato. Sono ormai tantissimi anni che i club italiani falliscono nelle competizioni europee mentre la vittoria estiva all’europeo va classificata come una vera e propria eccezione.
E’ chiaro che questo gruppo di giocatori non vada totalmente rifondato ma a spaccare l’opinione pubblica è la posizione di Roberto Mancini. Sempre deciso nelle sue dichiarazioni ci ha condotto sul tetto d’Europa. La verità, però, è che dalla notte di Wembley qualcosa si è rotto sia a livello ambientale che tecnico. Il gruppo non è sembrato unito con l’entusiasmo di prima, i risultati sono mancati e l’Italia ha faticato a vincere partite contro avversari decisamente inferiori. Alla luce di tutto questo, appare quasi scontato che martedì contro la Turchia sarà la passerella del disonore per tutti. Roberto Mancini, secondo le ultime indiscrezioni, sembra deciso a rassegnare le dimissioni.
Uno dei volti istituzionali come Gravina ha gettato il dito d’accusa sui club incolpandoli di dare poco spazio e peso alla nazionale. La verità è che il sistema ha sbagliato tutto negli ultimi anni con scelte illogiche e non trovando il vero problema. L’Italia manca di infrastrutture, progetti futuri e investimenti sui settori giovanili. Non basta inserire la regola degli under obbligatori nel dilettantismo o il minutaggio in Serie C per pagare le società che fanno giocare di più i giovani. Questi non sono incentivi ma delle vie di fuga per i presidenti che, in tempo di crisi, tagliano i costi puntando anche sulla carta anagrafica di calciatori giovani ma che magari non hanno le capacità di disputare campionati di un certo livello. Adesso si pensa al futuro e la scelta sembra indirizzata sul duo Cannavaro – Lippi: l’ennesimo ritorno al passato che fa storcere un po’ il naso. Ricordare i bei vecchi tempi del mondiale 2006, non aiuterà a rinascere nei prossimi anni. I giochi sono aperti: tutto può davvero succedere da qui alla prossima settimana.